sabato 18 gennaio 2014

Scatole cinesi e portinaie parigine: i buoni motivi per studiare il francese

Perché studiare il francese.
Se doveste chiederlo a mio padre, vi risponderebbe: “Per andare a Eurodisneyland Paris.”
Ma poi, ripensandoci, aggiungerebbe che sarebbe molto più comodo farsi accompagnare da qualcuno che il francese lo sappia già.
Mio padre non è un poliglotta.
Anzi, mio padre non ama affatto studiare le lingue straniere.
Se lo chiedeste a me... quante ragioni avrei da annoverare!
Prima fra tutte: io amo leggere.
Mi spiego: amo moltissimo la letteratura francese e trovo che leggerla in traduzione sia farle un torto. Vi prego, non fraintendetemi. So che cotanta affermazione può risultare  snob, ma non è questo l’intento. Io sono una grande fautrice delle traduzioni: esse consentono a chi non può imparare una lingua straniera - per qualsivoglia motivo - di assaporare il piacere di milioni e milioni di pagine nuove, fare la conoscenza di luoghi, personaggi e realtà inimmaginabili. Ergo: viva le traduzioni!
Dico solo che, per mio gusto personale e forte della mia esperienza di traduttrice freelance, sfumature e giochi linguistici a volte vanno perduti nel trasferimento da un idioma all’altro. E dato che i labirinti fonetici, le scatole cinesi lessicali, i ricami ironici tipici della letteratura francofona d’ogni dove e d’ogni tempo sono tra i miei preferiti in assoluto, proprio non posso lasciarmeli scappare, a vantaggio di una seppur ottima traduzione in italiano. Nossignore!
Mi diverte troppo sedere a teatro - un bellissimo, sconfinato teatro immaginario - per ammirare le colorite caratterizzazioni delle commedie di Molière. E quante risate, fra le pagine di Voltaire, colme di uno spirito assai pungente, che traghettano il lettore dalla settecentesca epoca dei lumi all’Ottocento, al movimento romantico; per poi, magari, approdare nelle oscure e spaventose lande di Guy de Maupassant, un viaggio nell’incubo e nell’assurdo, attenti a non smarrirvi.
Tutta questa strada può stancare, perciò di tanto in tanto faccio una pausa a Parigi, al numero 7 di Rue de Grenelle, dove la consierge Renée - che di sé dice je suis veuve, petite, laide, grassouillette, j’ai des oignons aux pieds et, à en croire certains matins auto-incommodants, une haleine de mammouth. Mais surtout, je suis si conforme à l’image que l’on se fait des consierges qu’il ne viendrait à l’idée de personne que je suis plus lettrée que tous ces riches suffisants[1] - può offrirmi un buon tè, un film d’autore e la sua immancabile Élégance du hérisson, L’eleganza del riccio.
Badate, del francese amo anche la Francia! Le cattedrali gotiche, slanciate verso l’alto e l’infinito, alla ricerca di Dio. I panorami, la storia... il ciclistico Tour de France... eh sì, anche lo sport mi appassiona e poi mens sana in corpore sano.
Sapete, in fondo ognuno di noi deve trovare una propria buona ragione per apprendere una nuova lingua.
Quel che è certo, il francese è un idioma magnifico, uno dei più antichi e diffusi del ceppo neolatino. Linguaggio di grandi pensatori e rivoluzionari, di uomini geniali, che hanno accompagnato l’umanità occidentale verso l’era moderna. Ed io ve lo insegnerò con piacere.
... In ogni caso... fossi in voi... un giro a Eurodisneyland Paris lo farei, una volta o l’altra!










[1] Sono vedova, bassa, brutta, grassottella, ho i calli ai piedi e, se penso a certe mattine autolesionistiche, l'alito di un mammut. Ma soprattutto, sono così somigliante all’immagine della tipica portinaia, che a nessuno verrebbe in mente che sono più colta io di tutti quei ricchi presuntosi lassù.

1 commento:

  1. E che dire? Io c'ero! Non certo nei pindarci voli di fantasia e d'avventura nelle lande francofone della tua immaginazione... ma ad Eurodisney sì. Pur non parlando il gentil idioma ma lieta di aver servito (di asimoviana memoria!) la famiglia con il mio misero "English" alla scoperta delle terre amiche dei nostri S.U.E. ... su su, un po' d'immaginazione, aprite la mente e scoprirete anche voi i S.U.E.!!!
    xxooxxoo EuMom orgogliosa della sua bimba curiosa.

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