Se siete persone serie e non amate le facezie,
vi invito in amicizia a saltare il paragrafo scritto in corsivo.
A costo di sembrare banale, io vi dico che amo
il mondo proprio perché è vario! E non tutti apprezziamo ogni sfumatura di un
argomento.
Lo studioso è chino sul
tavolo, intento ad esaminare un papiro antico, alla luce di una singola lampada
al led, nella grande sala deserta – ma sì, siamo nel duemilatredici, quasi
quattordici… e usiamoli questi led, perdindirindina!
Nulla si muove, tutto tace.
Ma, all’improvviso, fra le polverose casse di legno del laboratorio,
si scorge qualcosa. Un movimento, all’inizio appena percettibile.
Poi… orrore! Il coperchio di un voluminoso imballaggio si apre da
solo, con un sinistro scricchiolio. Ahimè, lo studioso non sente,
concentrato com’è sul suo papiro pieno di geroglifici. E poiché siamo sempre
nel duemilatredici, anzi quasi quattordici, egli s’è messo le cuffie in testa
e ascolta la sua playlist preferita a tutto volume… sull’iPod!!!
La cassa è aperta: dentro, un sarcofago. Il coperchio ruota e con
un tonfo ricade sulla superficie lignea – allo studioso piace l’heavy metal:
fra qualche anno diventerà completamente sordo!
Spostiamo di nuovo l’attenzione sul sarcofago: eccola lì! La mummia
di Sotuttincriccatis Primo prende vita e si alza. Lentamente, ma
inesorabilmente, con incedere claudicante, si avvicina allo studioso. E lui:
niente, perso nella sua traduzione!
Un braccio si alza, la vetusta benda pende inerte, come un infausto presagio, da un polso
sottile coperto di dura pelle brunita.
Una mano, antica di più di cinquemila anni, tesa in un gesto
minaccioso, quasi fosse un artiglio, sfiora il collo dello studioso!
Egli finalmente si volta.
Tanto è lo stupore, che lì per lì quasi non si rende conto di ciò
che accade. La figura avvolta in metri e metri di tessuto, che custodiscono
amuleti, formule magiche, fantasmi di unguenti e fiori profumati, non sembra
reale.
Ma bastano pochi istanti, perché lo studioso realizzi che sì, di
fronte a lui, con regale malvagità, si erge Sotuttincriccatis!
E allora: il terrore! Il terrore, che si impadronisce di lui,
mentre il suo sguardo si perde in quegli ipnotici occhi di pasta vitrea…
Maestosamente, la mummia solleva l’altro braccio, quasi a voler rubare
la vita che essa non ha più, estirpandola dal corpo dello studioso. Cautamente,
discosta le bende dalla bocca e, prodigio!, Sotuttincriccatis parla! “Scusa…
che l’abbasseresti il volume?? Stavo tanto bene a dormire, nel mio sarcofago!
Figlio mio, così ti rovini le orecchie. E cambia musica!!!”
Bene, spero di avervi fatto divertire. Se l’avete
trovata una scialberia insulsa, accetto le vostre critiche costruttive – uova,
pomodori e insalate solo in cestini da ortofrutta, grazie, non addosso!
Ma il mio scopo non era esclusivamente creare
una parodia dei mille e più film dell’orrore, che hanno avuto per antagonista
principale una mummia.
Il mio obiettivo era dimostrarvi come, tutti
voi, sarete riusciti a figurarvi nella mente un orrendo faraone imbalsamato che
si risveglia dopo millenni. Ma come mai?
Per quale ragione oggi, nel duemilatredici anzi
quasi quattordici, ognuno di noi è capace di rievocare una figura così antica?
Difficile dare una risposta esatta. Ma una cosa
la so: l’Antico Egitto è un universo così vasto, così affascinante, misterioso,
luminoso e oscuro a un tempo, da aver lasciato un marchio immortale nel genere
umano.
Per secoli è stato muto ma, a differenza di altre
meravigliose civiltà di cui purtroppo oggi conserviamo pochissime
testimonianze, l’Egitto ha saputo aspettare. Ha saputo preservare i suoi templi
di pietra calcarea, le sue necropoli, i suoi papiri e le sue storie, affinché
qualcuno desse loro nuova voce: Jean François Champollion e la sua Stele di
Rosetta.
Adesso vi domando: avete voglia di tornare
laggiù? Aprire imponenti porte di pietra; esplorare centinaia di gallerie
sotterranee; navigare lungo il placido fiume Nilo; andare ad indagare l’origine
del mito, alla riscoperta di una delle più grandiose civiltà che l’uomo abbia
mai conosciuto.
E se a portarvi fin laggiù fosse una spiritosa,
un po’ irriverente, ma molto appassionata guida quattordicenne? Be’, oggi la
guida ha qualche anno in più, ma la prima volta che toccò con mano gli
incredibili monumenti egizi, spiegando questo e quello agli attoniti turisti
aveva sì quattordici anni!
Miei cari studenti, studiosi, turisti, Indiana
Jones nostrani… vi imbarchereste in questa magnifica avventura insieme a me?
L'irriverente guida di quattordici anni (oggi qualche anno in più), per servirvi!
Valigie preparate, spolverate mappe antiche, messo cappellino parasole, spalmate le labbra di unguento protettivo, ACCESA la FANTASIA!!! Sono pronta all'avventura, spero si aggreghino in molti.
RispondiEliminaxxooxxoo EuMom Jones, rotta prima stella destra e poi dritti fino al mattino
Grazie EuMom!
EliminaLa porta dello studio è aperta... Sotuttincriccatis Primo e lo studioso - cioè io... ma senza heavy metal! - vi aspettano!